Dal Gruppo N all’Ottico Cinetico

Dal Gruppo N all’Ottico Cinetico

Alberto Biasi

Alberto Biasi DAL GRUPPO N ALL'OTTICO CINETICO

6 maggio – 30 giugno 2011
Inaugurazione: 5 maggio 2011 Ore 18

La figura artistica di Alberto Biasi è una delle più coerenti e autorevoli nel campo di quella che in Italia è stata definita “arte programmata”, e altrove “optical art”, o che viene anche qualificata sotto il termine di “cinetica”. Dal 1959, quando il giovanissimo Biasi formava il Gruppo Ennea a Padova con Manfredo Massironi, Gaetano Pesce e altri sei coetanei studenti di architettura – successivamente Gruppo N con Massironi, Landi, Chiggio e Costa – ad oggi, la sua attività artistica si è mossa costantemente all’insegna dell’indagine percettiva, attraverso cicli di lavori, ciascuno dei quali ha affrontato poeticamente e scientificamente alcuni problemi legati alla visione: dalle prime “trame” alle famosissime “torsioni” (molte delle quali firmate collettivamente dal gruppo), dai “light prisms” agli “ottico-dinamici”, l’attività di Biasi si è infatti dispiegata attorno ai concetti di cinetismo ottico, cioè di un movimento che si produce nella mente di chi guarda grazie alle sollecitazioni messe in atto dalla forme scelte dall’artista. In questo senso, il lavoro di Biasi appartiene alla grande stagione della Modernità e delle neoavanguardie, ed è coevo – se non addirittura antecedente – alle esperienze gestaltiche europee, soprattutto francesi e tedesche, mentre è certamente in anticipo sulla cosiddetta “Op Art” americana: di più, la volontà iniziale di operare in gruppo, il desiderio di rendere “misurabile” la percezione, l’anelito a fare dell’opera d’arte un sistema percettivo universale aggiungono alla sua opera – e a poche altre di quegli anni – una valenza utopica che la rende ancor più emblematica di un mondo di valori legati alla costruzione di un modello di percezione del mondo, di cui la percezione gestaltica era una sorta di metafora, una prova linguisticamente settoriale di come avrebbe potuto e dovuto essere il nuovo orizzonte artistico e umano. La mostra, pensata in stretta collaborazione con Alberto Biasi, presenta lavori selezionatissimi – molti dei quali “storici” e dunque rari – che esemplificano alcuni temi centrali della sua ricerca, portati avanti con continuità per quasi mezzo secolo: ad alcune “Trame” del 1959 sono affiancati i “Light Prisms” del 1965-67, ( e il lavoro sulla luce è rappresentato anche da una proiezione di texture il cui primo prototipo è del 1961), mentre la ricerca più propriamente percettiva iniziata con le “torsioni” – di cui è esposta un’opera risalente agli anni Sessanta, oltre ad altre più recenti – si completa nei cosiddetti lavori “ottico-dinamici”, il cui sviluppo è ancora in corso, e di cui sono presenti ben tre esemplari scelti dall’artista tra i più significativi.

Marco Meneguzzo